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Gestione pallet, da voce di costo a risorsa

Quali le best practice e gli orientamenti delle aziende leader del settore dei pallet? Da sempre la gestione del pallet rappresenta una voce di costo per produttori, distributori e operatori logistici, nonché un ambito chiave di interfaccia tra i diversi soggetti della filiera. Il pallet ha un ruolo cruciale nella gestione operativa dei moderni sistemi distributivi, in particolar modo nel settore dei beni di largo consumo. E’ pertanto di fondamentale importanza comprendere la sua supply chain, considerando che esso è uno strumento multiuso e multiutente, e come tale necessita di un’attenta pianificazione della logistica di approvvigionamento e di ritorno. La filiera Nella “catena logistica del pallet” possono essere individuate varie figure con ruoli e funzioni diverse: • produttori: aziende produttrici di pallet; • grossisti/importatori: commercializzano i pallet nuovi e usati prodotti in Italia e all’estero; • noleggiatori: gestiscono parchi di pallet secondo la logica “pay per use”; • riparatori: si occupano del ricondizionamento dei pallet danneggiati. Dal lato della “domanda di pallet”, vi sono invece le aziende manifatturiere, quelle commerciali, gli operatori logistici e i trasportatori. In Italia si stimano circa 300 aziende produttrici di pallet e imballaggi terziari, di cui circa 60 certificate per la produzione di pallet EUR-Epal e riunite nel Gruppo Produttori Pallet di Assoimballaggi/Federlegno. La localizzazione prevalente è nel Nord Italia, in particolare più della metà delle aziende aderenti al Comitato Tecnico Epal del Consorzio Servizi Legno-Sughero sono localizzate tra Lombardia, Veneto e Piemonte. In termini di fatturato realizzato, si tratta perlopiù di realtà medio-piccole, specializzate anche in altre tipologie di imballaggi in legno: il 60%3 realizza infatti un fatturato inferiore ai 5 milioni di euro, il 25% tra i 5 e i 10 milioni di euro e solo il 15% supera i 10 milioni euro. Inoltre, il 20% delle aziende ha meno di 10 dipendenti, il 40% tra i 10 e i 20 e il rimanente 25% supera le 20 unità. La produzione italiana di EUR-Epal è di 9 milioni di pezzi (era di 10 milioni nel 2002), cui si aggiungono 2,5 milioni di pallet CP, 3 milioni di pallet prodotti per il noleggio (gestito quasi esclusivamente da Chep) e circa 30-35 milioni di pallet “non standard”, per un totale complessivo intorno ai 45-50 milioni di pezzi, cui vanno aggiunti 5 milioni di pezzi importati. Il fatturato totale della produzione italiana è stimabile in circa 300 milioni di €. Il 90% dei produttori acquista presso terzi tutte o parte delle materie prime necessarie alla produzione (tavole, traverse, blocchetti e chiodi), mentre il 38% dei produttori dispone di reparti in grado di produrre parte dei semilavorati a partire dai tronchi grezzi. La recente indagine sullo scarto dei pallet in legno Da sempre la gestione del pallet rappresenta una voce di costo per produttori, distributori e operatori logistici e un ambito chiave di interfaccia tra i diversi soggetti della filiera. Una recente ricerca della Liuc – Università Cattaneo, promossa dal Comitato Tecnico Epal di Conlegno, "Indagine sulle ragioni di scarto dei pallet in fase di scarico presso i CE.DI. Della GDO", a cura di Fabrizio Dallari, ha messo in evidenza la necessità di creare un decalogo riguardante le cause di scarto dei pallet EPAL, declinandole per tipologia (rotture di traverse o blocchetti, mancanza del marchio, qualità del legno, etc.). Nella ricerca sono stati osservati un totale di oltre 140 scarichi di automezzi, pari complessivamente a circa 3.200 pallet EPAL scaricati e presi in carico dagli addetti delle diverse cooperative operanti nei centri distributivi. A seguito delle 144 rilevazioni, sono state elaborate le statistiche riguardanti le cause di scarto dei pallet EPAL: su un totale di 3.227 pallet EPAL dichiarati in bolla e scaricati (al netto dunque dei pallet CHEP e delle altre tipologie a perdere), i legni scartati sono stati pari a 223, ossia il 6,92%. È stato riscontrato che, laddove il produttore investe in un parco pallet di elevata qualità, risulta minore la percentuale di scarto al momento del ricevimento merce. Un altro studio, realizzato da Conlegno nell’ambito della collaborazione con ECR Italia, che riguarda la qualità del parco pallet UIC circolante sul territorio nazionale, ha evidenziato il numero di pallet non conformi circolanti in Italia. Su un totale di 260 pallet campionati e controllati, i pallet risultati non conformi alla fiche Uic 435-2 sono 239, pari al 92% del campione. Sui 260 pallet controllati, sono stati riscontrati 682 difetti, pari a una media di 2,85 difetti per ogni pallet risultato non conforme. Una nuova esperienza: il pallet pooling di Conad Oggi più che mai la continua ricerca di efficienza nel largo consumo è focalizzata su collaborazioni di filiera, che superano la dimensione interna e vanno oltre il perimetro aziendale. Per fare questo è necessario passare a una visione più ampia in grado di comprendere la supply chain nel suo complesso, considerata come sistema fondamentale per la generazione di valore per il consumatore. È in quest’ottica che CHEP, leader mondiale di soluzioni di pooling di pallet - per esempio - collabora con Conad sul fronte della sostenibilità ambientale e della logistica collaborativa. CHEP, che utilizza rigorosamente pallet con legname proveniente da foreste sostenibili con certificazione e FSC (Forest Stewardship Council) e PEFC (Programme for the Endorsement of Forest Certification), si occupa infatti di tutte quelle attività connesse alla selezione, ispezione, riparazione dei pallet che vengono utilizzati dai fornitori Conad per gestire al meglio la logistica dei prodotti sul territorio. I fornitori Conad utilizzano i pallet CHEP su base continua, riducendo così il consumo e lo spreco di materie prime, mentre la rete ottimizzata CHEP, costituita da 11 centri servizi sul territorio, permette di accorciare le distanze di consegna e raccolta, migliorando l'efficienza e riducendo le emissioni associate al trasporto. Il rispetto dell’ambiente è un valore chiave oltre che una componente essenziale del legame con il territorio, come testimonia il claim Conad “Insieme per l’ambiente”, che ha contraddistinto sino ad ora tutte le azioni messe in atto per ridurre l’impatto ambientale. L’utilizzo di pallet CHEP ha consentito a Conad di risparmiare nel 2014 l’emissione di 2.200 tonnellate di CO2, generando il 65% di emissioni in meno rispetto a quanto avveniva con le soluzioni ad interscambio usate in passato. Inoltre, ha permesso di ridurre il consumo di legname del 70% e il volume di rifiuti destinati alla discarica del 77%.

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