Con un "sistema pull", ovvero con un sistema a trazione, le possibilità di riuscire a produrre solo quello che i clienti domandano e quindi di ottenere un livello di scorte prossimo allo zero, sono senz’altro molto buone. Con un sistema pull, infatti, i materiali (materie prime e semilavorati) non procedono nel processo produttivo in base ad un programma di produzione predeterminato, ma sono "semplicemente richiamati" dal reparto che li utilizza. In pratica, al contrario di quello che accade nei sistemi tradizionali di tipo "push", il ritmo produttivo è determinato sempre dal reparto (centro di lavorazione) più a valle che domanda al reparto più a monte la disponibilità dei materiali necessari. Ma come si deve procedere in pratica? Si tratta di attuare le seguenti 4 fasi in successione: • determinare un programma di montaggio finale; • livellare il programma di montaggio finale; • sviluppare il programma principale di produzione; • fissare i programmi dettagliati di produzione per i vari centri di lavoro. Il programma di montaggio finale viene elaborato anche con alcuni mesi di anticipo, ma viene via via rettificato all’avvicinarsi delle date effettive di produzione. All’inizio si tratta quindi di un piano basato su previsioni, alla fine si tratta di un piano (che, ad esempio, esprime i quantitativi/articolo da produrre in ogni ora) basato sostanzialmente sugli ordini clienti già acquisiti. Il livellamento del programma di montaggio finale ha l’obiettivo di bilanciare il più possibile il ritmo di produzione e quindi l’impiego di tutte le risorse produttive. Il livellamento è guidato dal mercato e può essere attuato grazie alla possibilità di produrre a lotti molto piccoli di cui abbiamo già parlato. Il programma principale di produzione non è altro che una sintesi giornaliera dei quantitativi da produrre per ogni articolo. I programmi dettagliati di produzione si ottengono dall’esplosione, mediante distinte base, del programma principale di produzione. Il punto critico della logica pull è il "livellamento".